La lingua veneta
Il minimo comun denominatore della variegata produzione letteraria a cui il presente progetto si rivolge è rappresentato innanzitutto dalla medesima veste linguistica, riferibile all’idioma veneto, nelle sue varietà interne in senso e diatopico e diacronico.
Il veneto (codice ISO 639-3: vec) è una lingua romanza occidentale nata dall’evoluzione del latino parlato nella Venetia storica, la cui prima attestazione scritta rimonta all’VIII secolo (Indovinello veronese) e che gode di una produzione letteraria attiva dalla fine del XII secolo.
È attualmente parlata in tutte le province delle regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, nonché nella provincia autonoma di Trento.
Inoltre, in seguito all’espansione politica e culturale della Serenissima in Età medievale, anche in Istria (sia nella parte slovena che nella parte croata) e in maniera oggi residuale in alcune località della Dalmazia.
Più recentemente, in seguito alle copiose emigrazioni degli ultimi centocinquant’anni, la lingua veneta è stata esportata anche al di fuori dell’Europa.
In particolare, sono oggi presenti comunità venetofone attive nei Paesi della prima grande emigrazione veneta (fine ‘800-inizio ‘900), ossia Brasile e Messico, nonché nei Paesi destinatari della seconda grande emigrazione veneta (secondo dopoguerra) tra i quali sicuramente Australia, Canada, Argentina, Francia, Belgio e altri. Dal punto di vista tipologico, nessun autore accademico nega che il veneto (comprensivo delle sue varietà diatopiche) sia un codice linguistico distinto e a sé stante rispetto alla lingua italiana (comprensiva delle sue varietà diatopiche).
Dal punto di vista istituzionale e giuridico la lingua veneta è riconosciuta come tale anche dall’UNESCO che la classifica con il codice di riconoscimento internazionale a tre lettere codice ISO 639-3: vec.